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Controllare l’udito dei bambini e lo sviluppo del linguaggio

Controllare l’udito dei bambini nel primo anno di vita è fondamentale, in questo periodo apprendono moltissimo dall’ambiente esterno. Tutto è una novità da esplorare e conoscere, e lo fanno utilizzando la vista, l’udito e il tatto.

Controllare l’udito dei bambini nel primo anno di vita è fondamentale, in questo periodo apprendono moltissimo dall’ambiente esterno. Tutto è una novità da esplorare e conoscere, e lo fanno utilizzando la vista, l’udito e il tatto. Per un genitore è difficile capire se il proprio bimbo sente bene. In genere, mamma e papà iniziano a rendersene conto solo dopo alcuni mesi, a volte anni, quando si accorgono che il proprio figlio non risponde se viene chiamato, non reagisce a rumori forti come clacson, oggetti che cadono a terra ed esplosioni o ha difficoltà a parlare e relazionarsi con gli altri.

Individuare subito dopo la nascita la presenza di un deficit uditivo consente di attivare precocemente trattamenti specifici e percorsi di riabilitazione, ed evitare che la sordità porti a un ritardo o un mancato apprendimento del linguaggio. Per questa ragione, da alcuni anni è stato introdotto lo screening uditivo universale obbligatorio alla nascita.

Esame udito bambini

Mentre il bambino dorme, nel condotto uditivo del piccolo viene inserita una sonda morbida che emette dei suoni di bassa intensità. Se la coclea funziona, “risponde” a questi suoni con un eco, che viene rilevato dalla sonda stessa. Viceversa, se la coclea non è funzionante il neonato non è in grado di udire nessuno stimolo sonoro, anche se inviato a elevata intensità.
Il test dura 1-2 minuti per orecchio, è gratuito, indolore e viene eseguito nei primi giorni di vita del neonato.
Se il test risulta positivo non significa che il bimbo ha problemi di udito, può trattarsi di un caso di “falso positivo”. È necessario quindi ripetere l’esame (re-test) entro 3 settimane. Se anche il re-test dà esito positivo il piccolo sarà visitato da un Medico Specialista Audiologo per valutare la reale esistenza e gravità di un problema uditivo, la presenza di fattori di rischio (es: familiarità, ricovero in terapia intensiva neonatale, infezioni durante la gravidanza) e per pianificare gli eventuali controlli nei primi 3 anni di vita del bambino e la terapia necessaria.

Fonte: policlinico.mi.it