
Misurazione dell’udito per analizzarne la salute
Misurazione dell’udito: consente di valutare un eventuale abbassamento dell’udito.
Misurazione dell’udito: ci permette di analizzare la soglia della perdita uditiva ci ciascun paziente.
La perdita uditiva non è un problema che riguarda solo le persone sopra i 60′ anni di età, non tutti sono consapevoli che l’età non è l’unico fattore che può incidere sulla possibilità di distinguere chiaramente i suoni.
Anche in età giovanile, traumi, infezioni dell’orecchio, malformazioni o esposizione continuativa a rumori forti ad esempio per cause professionali possono provocare l’abbassamenti dell’udito.
Soprattutto quando la progressione è lenta e quotidiana, accorgersi dei cambiamenti è difficile. Per questo, in molti casi i pazienti non effettuano un esame dell’udito se non nel momento in cui la sordità diventa un problema importante: ad esempio quando si arriva alla difficoltà di sentire correttamente dispositivi come il telefono, il televisore o quando si ha difficoltà a distinguere chiaramente le parole durante i dialoghi di tutti i giorni.
In condizioni normali, l’orecchio umano percepisce anche suoni di intensità inferiore a 20-25 dB. Al di sopra di questa soglia uditiva, si parla invece di ipoacusia (scarsa capacità uditiva), con gradi di severità crescenti, fino alla sordità.
Esistono diverse tipologie di test audiometrico, analizziamoli insieme:
I test audiometrici
I test audiometrici hanno lo scopo di individuare la soglia in decibel alla quale il paziente è in grado di percepire un suono. Esistono due tipologie: l’audiometria tonale e l’audiometria vocale.
L’audiometria tonale
L’audiometria tonale viene eseguita valutando la percezione del suono per via aerea ossia con delle cuffie e il paziente segnala la soglia minima di udibilità. Successivamente viene eseguita con un vibratore la soglia uditiva per via ossea: il medico appoggia il piccolo apparecchio che vibra dietro l’orecchio del paziente. La vibrazione invia il segnale direttamente al nervo acustico indipendentemente dallo stato di malattia del timpano o della catena ossiculare. Anche in questo caso si impiegano suoni con frequenze ben definite e i risultati vengono trascritti sull’audiogramma. Attraverso la comparazione di queste due metodiche il medico è in grado di valutare la soglia uditiva e la causa della sordità, se legata a una malattia del timpano e della catena ossiculare o del nervo acustico.
L’audiometria vocale
L’audiometria vocale solitamente si svolge in cuffia (si può anche effettuare in alcuni casi in campo libero, senza cuffie). Il paziente ascolta una serie di parole che deve ripetere all’esaminatore e il medico trascrive quante parole vengono comprese correttamente. È un test dell’udito molto importante poiché le patologie dell’orecchio interno determinano una sordità che può essere anche lieve nell’audiometria tonale ma con scarsa percezione delle parole. L’audiometria vocale permette quindi di stabilire la sede della lesione uditiva e di quantificarne la gravità. L’esame audiometrico è indolore e non richiede nessuna preparazione.

Gli esami vestibolari
Gli esami vestibolari permettono di stabilire se vi siano patologie dell’equilibrio. Questi esami possono causare una vertigine transitoria. Il paziente viene visitato, vengono eseguite prima le prove vestibolari spontanee, ossia un esame della postura. Si valutano quindi le deviazioni posturali a occhi chiusi. Si effettuano alcuni esami neurologici che permettono di sospettare una patologia centrale o del cervelletto, che causa un’incoordinazione dei movimenti. Successivamente l’otorinolaringoiatra fa indossare al paziente degli occhiali con lenti che ingrandiscono gli occhi del paziente e non gli permettono di vedere. Servono per valutare il nistagmo ossia i movimenti rapidi degli occhi provocati da alcuni tipi di vertigine. Le informazioni vengono riportate elettronicamente su un diagramma: il procedimento è chiamato nistagmografia. In base alle caratteristiche del nistagmo e ai test di posizionamento della testa del paziente si può distinguere se la patologia dell’equilibrio è centrale o periferica ossia se a carico del cervello o dell’orecchio interno o del nervo uditivo e in questo caso di localizzare in quale punto dell’organo dell’equilibrio si è verificata la patologia. Localizzare con precisione la sede labirintica della malattia permette in molti casi all’otorino di intervenire per risolverla rapidamente con delle manovre.
Una perdita uditiva può quindi essere causata da diverse problematiche o patologie, non solo dal normale processo di invecchiamento. Le sordità possono dipendere dal timpano, dalla catena ossiculare o del nervo acustico e di conseguenza non è detto che la difficoltà uditiva sia subito profonda, a volta si possono distinguere facilmente i suoni ma non le parole. Per questo un controllo udito è di fondamentale importanza a qualsiasi età, quando si avvertono/ o ci fanno capire che abbiamo delle piccole difficoltà nell’apprendimento o nel capire immediatamente cosa ci viene detto.
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Fonte: gvmnet.it