
Riflesso stapediale: contrazione dell’orecchio
Riflesso stapediale: contrazione del muscolo stapedio evocata da uno stimolo sonoro
Riflesso stapediale: contrazione del muscolo stapedio evocata da uno stimolo sonoro adeguato mediante l’attivazione dell’arco riflesso stapediale.
Il riflesso si attiva con suoni di almeno 70 dB e la contrazione è bilaterale, indipendentemente dalla direzione del suono.
Anatomia del riflesso stapediale
Nella cassa del timpano, cioè in quella parte dell’orecchio che si trova al di là della membrana timpanica, ci sono gli ossicini dell’udito: martello, incudine e staffa. Alla radice del manico del martello si inserisce il tendine del muscolo tensore del timpano. Sulla testa (o capitello) della staffa si inserisce il muscolo stapedio. Questi due muscoli hanno il compito di aumentare la rigidità del sistema timpano-ossiculare in risposta a suoni di elevata intensità.
Il più importante è il muscolo stapedio e la sua contrazione costituisce un riflesso di protezione per l’orecchio quando riceve suoni molto intensi. La contrazione è bilaterale, si muovono sia i muscoli di destra che di sinistra, indipendentemente dal lato da cui arriva il suono.
Attraverso uno strumento denominato impedenzometro è possibile registrare il movimento della membrana timpanica in risposta alle contrazioni di questo muscolo. Il riflesso stapediale è quindi facilmente registrabile e costituisce una tecnica oggettiva per valutare la funzione uditiva. Lo studio di questo riflesso (reflessologia stapediale) fornisce elementi di certezza sul fatto che il paziente abbia percepito un suono.
Per il fatto che il rifllesso si evoca a 70 dB sopra la soglia questo test non serve per indagare sulla minima capacità uditiva del paziente. La ricerca del riflesso rientra nell’ambito dell’impedenzometria ed appartiene alle prove audiologiche sovraliminari.

Esame impedenzometro
Questo esame permette di valutare l’elasticità del timpano e della catena di ossicini responsabili della funzione dell’udito; risulta pertanto utile per diagnosticare eventuali disturbi a carico dell’orecchio medio.
Questo test risulta utile soprattutto per verificare il funzionamento delle strutture che costituiscono il sistema di amplificazione del suono (tuba di Eustachio, membrana timpanica e tre ossicini dell’udito). In altre parole, l’esame impedenzometrico dell’orecchio permette di capire se esistono delle lesioni o dei disturbi che possono determinare un’anomala percezione uditiva. L’indagine è ambulatoriale, dura pochi minuti e non provoca dolore.
L’esame impedenzometrico viene condotto inserendo una sonda all’interno dell’orecchio del paziente. Il dispositivo emette un’onda sonora ad intensità variabile, in grado di mettere in movimento il timpano e la catena degli ossicini (martello, incudine e staffa) ad esso annessi. I risultati così ottenuti sono elaborati e trasferiti in un grafico, la cui interpretazione spetta al medico