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Test dell’udito: quando farlo e come si effettua

Test dell’udito – permette di misurare la capacità di ascolto ed individuare eventuali ipoacusie. 

Test dell’udito –  è il primo passo verso una diagnosi e un corretto trattamento dell’ipoacusia. 

La perdita uditiva si verifica quando il suono viene percepito in maniera ovattata, non si è in grado di percepire la differenza tra i suoni, non si percepiscono i suoni aventi alte frequenze – ossia non si riesce a riconoscere la differenza tra le consonanti come la “S” “F” e “Z”. 

Solitamente la perdita uditiva avviene in maniera graduale e su entrambe le orecchie (ipoacusia bilaterale), spesso quindi non ci si rende conto della progressiva perdita di udito.

La maggior parte delle persone anziane che vanno incontro a una diminuzione dell’udito presentano una combinazione di fattori legati all’età e all’esposizione al rumore.

Le cause organiche sono numerose, ma tra tutte ricordiamo:

  • cambiamenti nell’orecchio interno dovuti all’invecchiamento,
  • cambiamenti nell’orecchio medio,
  • cambiamenti lungo i percorsi nervosi dall’orecchio al cervello.

In alcun casi anche altre patologie concomitanti e farmaci possono purtroppo influire; per esempio la pressione alta o il diabete possono contribuire alla perdita dell’udito, così come alcuni farmaci chemioterapici o ototossici.

Tipi di Ipoacusia

Un controllo uditivo permette di distinguere se l’ipoacusia interessa un solo orecchio o entrambe e se è di tipo trasmissiva o neurosensoriale. Vediamo insieme qual è la differenza tra le due:

  • ipoacusia di trasmissione: è causata da malformazioni, traumi ma soprattutto processi infiammatori a carico dell’apparato di trasmissione dei suoni nell’orecchio esterno e medio. Si tratta di una patologia trattabile sia medicalmente, sia chirurgicamente. L’esempio più classico è l’infezione dell’orecchio medio nell’infanzia (otite), che generalmente non provoca deficit gravi dell’udito (non oltre i 50-55 dB)
  • ipoacusia neurosensoriale: è dovuta a problemi dell’orecchio interno o del nervo acustico, che riducono la percezione di alcune frequenze e fanno sì che i suoni appaiano distorti. Tra le cause più frequenti ci sono l’esposizione a rumori e l’invecchiamento. Questa patologia è quasi sempre permanente e richiede riabilitazione.

Quando effettuare un esame dell’udito?

Non esiste un’età specifica per effettuare una – prova udito – in quanto l’abbassamento può verificarsi anche in età giovanile, in seguito a traumi, infezioni dell’orecchio, malformazioni o esposizione continuativa a rumori forti. 

Soprattutto quando la progressione è lenta e quotidiana, accorgersi dei cambiamenti è  difficile. Per questo, in molti casi i pazienti non efettuano controlli diagnostici se non nel momento in cui la sordità diventa un problema importante: ad esempio quando si arriva alla difficoltà di sentire correttamente dispositivi come il telefono, il televisore o quando si ha difficoltà a distinguere chiaramente le parole durante i dialoghi di tutti i giorni.

In generale comunque è sempre opportuno eseguire degli screening audiologici dopo i 50′ anni, in quanto si verifica un graduale e naturale invecchiamento delle cellule ciliate, anche attraverso un esame audiometrico online. Ciò non toglie che a qualsiasi età, quando si cominciano ad avvertire i primi disagi a livello uditivo, è importante sottoporsi al più presto ad un controllo dell’udito. I disturbi infatti possono essere legati a fattori temporanei (come un forte raffreddore) o possono essere indizi per un principio di ipoacusia. In questo caso, prima si interviene, prima si possono ridurre i disagi e contrastare la degenerazione uditiva.

Controllo udito

Il controllo dell’udito viene svolto dallaudioprotesista e consiste in diverse procedure per valutare la soglia dell’udito del paziente.

Gli esami da svolgere sono due, l’audiometria tonale e l’audiometria vocale. Durante il primo, verranno somministrati i cosiddetti suoni puri, cioè suoni naturali. Tali suono vengono fatti ascoltare a diverse intensità sonore (base frequenze e alte frequenze). L’obiettivo è quello di registrare la soglia minima e massima per ciascun orecchio e di visualizzare graficamente i risultati tramite un audiogramma. Durante il secondo invece si ascolteranno sillabe, parole, frasi di senso compiuto e non, con gradi di intensità sempre crescenti, e il paziente dovrà riportare quanto ascoltato. Spesso capita che ci siano dati discordanti fra i due tipi di esami. Ci si trova davanti casi di dissociazione verbo-tonale.

Talvolta però il paziente può non essere in grado di riportare con chiarezza quanto ha udito dal test. È il caso di persone particolarmente anziane, che non si sottopongono volentieri a questo tipo di test. Oppure è il caso di bambini troppo piccoli, che non sanno ancora parlare, oppure timidi. In questo caso si provvede con un’audiometria a risposte elettriche, chiamata anche audiometria oggettiva, poiché non richiede la collaborazione attiva del paziente.

L’audiogramma può essere effettuato per via aerea o per via ossea. Questa distinzione è necessaria per stabilire se i disturbi dell’udito sono collegati ad un problema fisico dell’orecchio o se invece si registrano danni a livello neurosensoriale.